L’angolo di ESOPO: “no xe mai un Mal se no xe un Ben”

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di Livio Dorigo

Alla fine dell’ultima guerra era in voga una canzone, un’invocazione liberatoria, “Tutto Passa e si scorda, tutto deve finir”…

Oggi in piena pandemia un inesauribile coro dissonante, contraddittorio invoca un cambiamento: un cambiamento di tutto, lavoro, comunicazione, studio, sport, viaggi, vacanze, teatri, cinema, trasporti, rapporti e condizioni sociali, economia, agricoltura, produzione del cibo, di una globalizzazione lasciata al caso, all’improvvisazione, assolutamente non governata, di un mercato strozzato da veti, dazi, rappresaglie e monopoli.

Ma ci sarà un cambiamento o qualche tentativo di cambiamento? o dominerà la logica del principe di Lampedusa: “Si cambi tutto perché tutto rimanga come prima?”

Ed il nostro scacchiere, il nostro mare dell’intimità?

Di cambiamenti ne ha visti tanti. Io stesso nel corso della mia esistenza ne ho visti diversi. Mio padre suddito austriaco, io nato in Italia, poi breve tempo Jugoslavia, ed ancora, Terzo Reich; Stelle e strisce americane, ed ancora Jugo, poi una fetta del nostro territorio croata, un’altra slovena ed un briciolo in Italia; e della seconda Grande guerra che purtroppo non vuol mai finire? Quella non cambia!!

Ma dei cambiamenti ne ho sentito parlare da sempre, ne ho parlato anch’io e lo ha fatto il Nostro Circolo che ne ha immaginati e proposti diversi a mano a mano che le situazioni geopolitiche cambiavano e cambiavano sempre più rapidamente.

Ma la condizione attuale vista dal di fuori con distacco e dal di dentro con speranza, paura e passione, esige cambiamenti radicali, e l’Unione Europea? Questa Unione Europea non è quella sognata a Ventotene né quella di cui ora abbiamo bisogno. Viviamo un momento storico in cui non siamo spettatori ma vittime e protagonisti. Ed in questa fase di soggiorno coatto proviamo ad alleggerire l’attesa del cambiamento immaginando il nostro futuro, quello che noi vorremmo per il nostro Mare e la nostra Terra. Un aiuto a questo viaggio fantascientifico lo possiamo trovare nel Capitolo del nostro Sito “Le Gite del Circolo Istria”. Ed ancora nelle pubblicazioni del Circolo e nella breve sintesi storica tracciata a tal proposito che va dalla preistoria e via via illustra momenti gloriosi e situazioni meno felici che hanno caratterizzato e lasciato segni ancora oggi ben visibili e  che possono sollecitare la nostra fantasia e farci rivivere in periodi storici che più ci aggradano ma  proiettarci anche verso il nostro futuro.

Questa traccia l’abbiamo disegnata e la offriamo ai giovani che frequentano la Mailing List Histria.

Immaginiamo di vivere a Nesazio, nel Castelliere degli Istri, prima della Conquista romana e compiere con loro scorrerie e gesta piratesche lungo il nostro mare Adriatico o di banchettare sull’Olimpo con Ambrosia degli Dei e formaggi dell’Amaltea… in compagnia di Giove e Minerva  organizzare con loro il Nostro Pianeta o magari solamente il nostro mare, le sue sponde, a nostro piacimento, vivendo negli ozii filosofici dei Patrizi Romani nelle loro Ville, assaggiando olii e vini delle nostre terre; ci viene in aiuto nel fantasticare Cassiodoro. Le sue descrizioni le troviamo nelle pubblicazioni del Circolo ed in particolare in quella “Dall’Istria a Lepanto passando per Venezia”

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….e  frequentare i cantieri navali di Parenzo e Lussinpiccolo nel XIX secolo e navigare con le loro barche; ci aiuteranno i racconti  della nostra marineria di allora.

Per sognare viaggiando nel nostro territorio possiamo seguire i percorsi delle nostre GITE e ritrovandoli ancora nel nostro Sito. Ma potremmo trovare inimmaginabili sorprese seguendo i racconti di tre personaggi d’eccezione: l’Ape, la Pecora ed il Boskarin che ci racconteranno di quello che hanno realizzato nel tempo in Istria e sul Carso e da Cherso e Lussino.

La coltivazione delle cave con il cui materiale ricavato, i Romani hanno costruito l’Arena de Pola, ed altri importanti monumenti che rendono bello ed interessante il nostro paese, la coltivazione della Foresta di Montona con il cui legname Venezia realizzava le Galee con le quali dominavano il Mare. E le Api, quelle descritte da Monsignor Moscardi di Cherso: …un capitolo a se stante; le pecore, la loro transumanza dalla Cicceria alla costa e la loro lana, altro capitolo. E quattro passi li dovremmo fare per giungere alle FOCI del TIMAVO. Ovvero il Lacus Timavi laddove, abbandonando la Pianura friulana, entriamo nel territorio Carsico, come dice Strabone…

Ma nessuno dovrà ignorare che cosa rappresenta il PARCO DELLA COCORDIA: a Cerei, parte nel  Comune di Muggia parte in quello di Ancarano, e di cui fanno parte: il nostro Circolo, l’Associazione del Boskarin di Capodistria, la Comunità slovena di Muggia e quella Italiana di Capodistria. Una azienda agricola ospita pecore, capre, api, essenze aromatiche. Ed è veramente un parco della Concordia e della Pace, lo visitano scolaresche ed anche nonni e nipoti che assieme ripercorrono la storia del Nostro Territorio. Una visita a Salvore, Dignano, Gallesano, Moncodogno  ed in tanti altri posti. Or su partiamo, non perdiamo Tempo. Il Nostro Territorio laddove tutto è diverso, dove anche i fiumi non vanno al Mare ma nascono dal Mare per raccontarci con la loro musica la nostra storia. Le cose meravigliose che non ci aspetteremmo di sentire: ascoltiamole e sogniamo.

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