Presentato all’Università Aperta di Buie l’impegno del Circolo Istria

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BUIE -| Un incontro importante, dedicato alla storia e alla cultura, quello dell’altra sera nella Biblioteca civica di Buie. Introdotti da Livio Dorigo, presidente del Circolo di Cultura istro-veneta “Istria”, affiancato dal giornalista e vicepresidente di quest’ultimo, Ezio Giuricin, e dal prof. Franco Colombo, hanno affrontato, discusso e approfondito il tema inerente le nostre radici, il nostro vissuto e il destino di una parlata antica che si lega a un sentire locale fatto di parole, di mestieri, di gastronomia, di canti e di tant’altro che i secoli hanno mantenuto intatti, ma che oggi si sgretolano sotto il peso di nuove condizioni sociali e politiche. Quando muore una lingua, scompare un patrimonio dell’umanità. Questa consapevolezza ha mosso gli studiosi ad avviare dei progetti per la documentazione, l’analisi e la rivitalizzazione di una parlata unica nel suo genere con le varianti locali. Tra le numerose pubblicazioni esposte, date poi in omaggio ai presenti, un’attenzione particolare è andata a “Veronica vivrà per sempre”, quaderno che raccoglie i progetti, le testimonianze, le riflessioni e i nuovi slanci per mantenere in vita una parte fondante della cultura dell’Istria.

Una nonna istriana

Veronica è una nonna istriana nata a Sissano, che rappresenta tutte quelle donne forti, di terra rossa, con negli occhi il mare e sulle labbra una parlata dolce, onomatopeica, dalle radici profonde. Sissano, Gallesano, Dignano, Fasana, Valle e Rovigno, sei località sorelle in cui si è parlato per secoli l’istrioto, l’antica lingua preromanza nata dalla permanenza nell’Istria bassa di una legione romana, hanno mantenuto strette nei secoli la parlata locale, di cui narra questo quaderno pubblicato dal Circolo “Istria”, che per riassumere l’attività corrente, le proposte di lavoro, indicando nello stesso tempo una speranza per il futuro, lo ha intitolato “… vivrà per sempre”. Trattata un’ulteriore pubblicazione, “Le ville rustiche romane” di Gaetano Benčić. Un documento importante, incentrato sulla nascita del dialetto istroromanzo e il sistema di centuriazione in Istria, il più grande monumento che Roma abbia lasciato in Istria, su cui si basa ancora oggi la locale viabilità, su cui poi si è sviluppata l’attività agricola così ben descritta da Cassiodoro, che ha individuato nell’Istria il territorio di gran lunga “più ubertoso” del Mediterraneo nel quale si insediarono i patrizi romani nelle ville rustiche, compreso Ottaviano Augusto che apprezzava la qualità del vino Pucinum, di cui era un grande estimatore. Si tratta di tematiche fondamentali, che si legano alla storia più recente e al presente, con le prospettive di rilancio del territorio, suggeriscono legami con altre realtà, uscendo dalla logica locale.

Un progetto per il futuro

Presentato pure il convegno “Italiani dell’Adriatico orientale: un progetto per il futuro”, tenutosi lo scorso 24 ottobre a Trieste. I relatori della serata hanno spiegato come i partecipanti del Convegno abbiamo messo all’attenzione alcune indicazioni e proposte per la realizzazione di un grande progetto comune volto a salvaguardare, promuovere e valorizzare la continuità della presenza italiana nell’Adriatico orientale. Le proposte, riassunte specificatamente in un “manifesto”, approvato dai partecipanti al Convegno, rilevano, fra le principali priorità, la necessità di promuovere l’approvazione di una Legge d’interesse permanente della Repubblica Italiana per il sostegno e lo sviluppo della comunità italiana in Croazia e Slovenia, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, delle tradizioni e della presenza italiana nell’Adriatico orientale con l’auspicio di potere mettere in campo nuovi e più adeguati strumenti per valorizzare, promuovere e far conoscere un’eredità culturale che deve essere tramandata alle generazioni future. Presenti alla serata il già Ambasciatore croato in Italia, Drago Kraljević, la direttrice dell’Università Popolare Aperta di Buie, Rosanna Bubola e Umberto Ademollo, presidente dell’Agenzia per la democrazia locale di Verteneglio

Erika Barnabà

da La Voce del Popolo

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