Proposte per il 2020: Adriatico mobile
Un museo multimediale per conoscere, riscoprire e divulgare l”anima” delle nostre terre
Come far conoscere alle giovani generazioni la storia, le peculiarità culturali e civili, in altre parole l’anima e l’identità delle nostre terre, di quell’Istria, di Fiume e della Dalmazia che tante dolorose fratture hanno subito nel corso della loro storia e che hanno visto drammaticamente ridursi la presenza della componente italiana? Come avvicinare i giovani, non solo i nipoti e i pronipoti degli esuli, ma anche i tanti che non conoscono le nostre vicissitudini, in Italia, in Croazia, in Slovenia, in Europa e nel mondo, a prescindere dalla loro appartenenza nazionale e geografica, alla realtà storica, al complesso trascorso civile, umano, culturale dell’Adriatico orientale?
Il Circolo di cultura istro-veneto “Istria” per raccogliere questa sfida ha voluto farsi interprete di un’originale proposta: dare vita, in Istria, a un originale Museo multimediale interattivo per la conoscenza del patrimonio culturale degli italiani dell’Adriatico orientale, la storia dell’esodo e dei connazionali rimasti.
La mostra – museo, per la quale si è già approntato un particolareggiato progetto e che, in collaborazione con le istituzioni della Comunità italiana, dovrebbe sorgere a Rovigno, presso la sede del Centro di ricerche storiche dell’Unione Italiana, si intitolerebbe “ADRIATICO MOBILE: ITALIANI DELLA SPONDA ORIENTALE. STORIA, ESODO, TRADIZIONI, RADICI” (mostra multimediale interattiva per la conoscenza del patrimonio culturale materiale e immateriale della componente italiana dell’Adriatico orientale-storia di una civiltà, dell’esodo e dei rimasti).
L’allestimento, coadiuvato dai più moderni strumenti di divulgazione multimediali, comprenderebbe, quale suo particolare segmento interattivo, un’esposizione specializzata interamente dedicata alla storia e alle tematiche dell’esodo degli italiani dopo il secondo conflitto mondiale e al fenomeno delle foibe, intitolata “ESPOES”- esposizione multimediale sulla storia dell’esodo”.
Particolare attenzione dovrebbe essere attribuita al ruolo didattico del museo che potrebbe fungere da importante punto di riferimento per le scuole della regione, sia della minoranza che della maggioranza, e diventare meta di visite organizzate, seminari e laboratori per le scolaresche. La sede potrebbe diventare meta privilegiata per le visite di allievi, studenti e ricercatori provenienti dall’Italia o da altri Paesi, nell’ambito dei progetti di scambio internazionale promossi in collaborazione con le autorità locali e regionali o grazie alla progettazione europea, e divenire una tappa fondamentale degli auspicati seminari itineranti riservati ai giovani appartenenti alle seconde e terze generazioni dell’esodo. Il museo, grazie a nuovi, più intensi e organici rapporti di collaborazione fra “andati” e “rimasti” potrebbe costituire il fulcro di un auspicato progetto di “ritorno culturale”. Il museo potrebbe inoltre diventare un’importante attrattiva per i turisti desiderosi di conoscere o approfondire le loro conoscenze sulla storia, la civiltà e la cultura del territorio.
La mostra – museo e le sue principali sezioni dovrebbero essere basate su un impianto multimediale supportato da schermi (touch screen) interattivi e visual display, un video-wall multi touch, tavoli e lavagne interattivi a scopi didattici, alcuni totem-leggii o monitor-touch interattivi con browser navigazione internet, visori VR e occhiali 3D per la navigazione virtuale o a realtà aumentata di musei, siti storici e archeologici, mostre d’arte, impianti cartografici, rendering o riproduzioni di ambienti e di realtà geografiche e storiche, con la possibilità, da parte dei visitatori, di richiamare file, testi, filmati, documenti per conoscere la storia e le vicissitudini della componente italiana dell’Adriatico orientale, approfondire le tematiche dell’esodo e le complesse vicende del confine orientale.
Il museo potrebbe avere inoltre anche una piccola sala di proiezione per la visione, supportata da visori 3D e cuffie interattive, di film, documentari e altri filmati legati a queste tematiche.
La natura interattiva e multimediale del museo favorirebbe inoltre la fruizione multilingue dei suoi contenuti (inizialmente nelle versioni italiana, croata, slovena, inglese per poi estendersi possibilmente ad altre lingue) consentendo così la “personalizzazione” e l’adattamento degli aspetti espositivi e narrativi del museo a ciascun visitatore e, di conseguenza, la massima estensione dell’offerta museale a un pubblico quanto più vasto. L’interattività e la multimedialità inoltre enfatizzerebbero l’aspetto didattico e ludico e, indirettamente, la capacità di attrazione del museo che potrebbe offrire, con animazioni, quiz, giochi di sapere collegati ai contenuti della mostra, degli aspetti aggiuntivi capaci di attirare l’attenzione e la curiosità dei visitatori.
Alcuni dei principali contenuti interattivi e multimediali della mostra (testi e schede storici, informazioni, filmati, foto, animazioni, visioni virtuali di musei e siti) potrebbero inoltre essere parzialmente fruibili, via internet, attraverso un sito web o portale dedicato, che fungerebbe da “vetrina informativa”, strumento di interazione e di richiamo del museo.
Ora, in attesa che il lockdown imposto dalla pandemia del coronavirus si allenti e ci consenta di ritornare gradualmente alle nostre attività, il Circolo “Istria” prosegue con le sue attività preparatorie. Fra queste vi è il complesso percorso per la costituzione di un Comitato scientifico costituito da qualificati operatori culturali, storici, divulgatori scientifici, ricercatori e docenti, per la definizione dei contenuti della mostra, e di un comitato tecnico di esperti, cui affidare l’allestimento interattivo e multimediale e la formazione del personale addetto al funzionamento e alla fruizione del museo.