Ritornare si può? Venerdì presentazione degli Atti

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Il CIRCOLO DI CULTURA ISTRO-VENETA « ISTRIA » di TRIESTE

LA INVITA A PARTECIPARE

Alla presentazione on line degli ATTI DEL CONVEGNO

»RITORNARE SI PUÒ?

I PRESUPPOSTI PER UN RITORNO CULTURALE E SOCIO ECONOMICO DELLE SECONDE E TERZE GENERAZIONI DELL’ESODO

(tenutosi a Trieste, nella sede dell’IRCI, e a Fiume, nella sede della Comunità degli Italiani a Palazzo Modello il 21 e 22 novembre 2019)

che si terrà on line su piattaforma Skype e Facebook

VENERDI’ 11 DICEMBRE ALLE ORE 18

La presentazione sarà accessibile in diretta ai seguenti indirizzi: SKYPE: join.skype.com/jXdVlW7lFYp2 FACEBOOK: https://www.facebook.com/circolodiculturaistroveneta

E in forma registrata sul sito www.circoloistria.com

Alla presentazione interverranno il presidente del Circolo »Istria« Livio Dorigo, il vicepresidente Ezio Giuricin, il presidente del Circolo della stampa Pierluigi Sabatti, Kristjan Knez, direttore del Centro culturale »Carlo Combi« di Capodistria e presidente della Societa’ di studi sotorici e geografici di Pirano, Guglielmo Cevolin dell’Universita’ di Udine, presidente del Gruppo Studi Storici e Sociali “Historia” di Pordenone, coordinatore del Limes club Pordenone-Udine-Venezia, e Corinna Gerbaz Giuliano, caporedattrice della rivista culturale »La Battana« dell’Edit di Fiume, docente del Dipartimento di italianistica dell’Ateneo fiumano.

In allegato il pdf degli Atti del Convegno.

Il Convegno “Ritornare si puo?” ha voluto essere un’occasione di dibattito e di confronto per analizzare le possibilità connesse a un “ritorno” – nelle loro terre d’origine – degli appartenenti al mondo degli esuli, e in particolare dei loro figli e nipoti.
Fra gli obiettivi dell’iniziativa vi è stato quello di offrire l’opportunità di delineare un nuovo progetto di dialogo, collaborazione e ricomposizione fra “andati” e “rimasti” al fine di recuperare i valori della presenza italiana in Istria, Fiume e Dalmazia ed avviare, almeno parzialmente, un’azione “riparatrice” delle profonde fratture provocate dall’esodo cercando di salvare la cultura, l’identità e le tradizioni della componente italiana di queste regioni.
Si è partiti da un assunto fondamentale: gli individui sono destinati a scomparire, ma non può e non deve scomparire invece il patrimonio d’identità e di valori di cui sono stati i portatori; va innanzitutto salvaguardata un’eredità culturale, materiale e immateriale, che deve essere tramandata alle giovani generazioni.
La conservazione di tale patrimonio deve comunque riguardare una “comunità vivente”, garantire la riproduzione di un tessuto vitale per evitare di salvaguardare un’eredità senza eredi, destinata alla “musealizzazione”. Il salvataggio di quest’eredità va fatto nel territori d’origine, nell’ambiente d’insediamento storico e non solo in Italia e nel mondo, tenendo conto di chi sono gli eredi “fisici” di questo patrimonio: i discendenti degli esuli e della minoranza rimasta, e con essi tutti coloro che vorranno abbracciare i valori di questa identità.
Il concetto e di conseguenza un progetto di “ritorno culturale” può essere declinato in varie forme e aspetti: quello politico-istituzionale, attraverso l’incentivazione di forme d’investimento economico rivolte a soggetti legati alla diaspora istriana, giuliana e dalmata che possano stimolare un ritorno di tipo economico-sociale, oltre che fisico, delle seconde e terze generazioni dell’esodo, attraverso più strette forme di collaborazione fra le istituzioni della minoranza rimasta e le associazioni degli esuli, costituendo, laddove possibile, delle nuove realtà culturali, associative, istituzionali, sociali ed economiche.
Dai lavori e dal dibattito sono emerse idee, progetti e indirizzi operativi utili (riassunti nelle conclusioni del Convegno) e numerose proposte concrete per il futuro che, si spera, possano fungere da stimolo all’avvio di una nuova fase di impegno e collaborazione comuni.

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