A Trieste una statua da dedicare a Ressel

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Continua l’impegno di Trieste Bella, con il coinvolgimento del Circolo Istria e dell’Associazione Italia-Austria, per dedicare una statua ed altre iniziative a Trieste a Josef Ressel, personaggio illustre della storia del territorio, la cui fama e valore non è stata riconosciuta nel giusto modo. Suddito austro-ungarico, venne incaricato di evolvere la propulsione delle navi agli inizi dell’Ottocento ed egli trovò il modo di applicare l’elica a tale scopo. Oggi Trieste potrebbe essere conosciuta nel mondo come la città dell’elica navale. Ecco perché queste associazioni riunite hanno organizzato ieri una conferenza stampa per sensibilizzare la città e rendere merito all’inventore. Ma parlare di Ressel, come è emerso dall’incontro di ieri, visto il suo approccio eclettico nei confronti delle scoperte ed innovazioni, significa ricordare varie tappe dello sviluppo di Trieste. L’uso dell’elica diede al porto un tale impulso che, aggiunto alla realizzazione del Canale di Suez, cambiò le sorti del commercio da e per l’estremo oriente. Fu l’Inghilterra a subirne le conseguenze – come spiegato da Livio Dorigo – che corse ai ripari costruendo una ferrovia fino a Brindisi per accorciare i tempi del trasporto. La prima guerra mondiale fu una conseguenza anche di questo spostamento degli equilibri economici. Ma non soltanto, le conquiste scientifiche si manifestarono all’interno di una spinta culturale che porterà all’evoluzione della società del tempo. Roberto Barocchi ha ricordato anche il grande merito di Ressel nel rimboschimento del Carso triestino e Aldo Rampati, biografo di Ressel, ne ha sottolineato la centralità dell’impegno per cui merita senz’altro un riconoscimento che diventa un elogio alla città di Trieste dove visse ed operò. Il programma di intitolazione di una via principale, la realizzazione di una statua da posizionare lungo le rive, l’intitolazione a Ressel del Museo di Storia naturale, sono solo alcuni dei punti che le associazioni hanno posto in essere e per i quali intendono coinvolgere le istituzioni ma anche le realtà culturali cittadine e della regione. Attualmente c’è un sentiero sul Carso che porta il suo nome, ideato dal Corpo Forestale allo scopo di dare particolare autonomia ai diversamente abili ed in particolare ai non vedenti. Il percorso, di una lunghezza complessiva di circa 4 km, non presenta particolari difficoltà e si snoda su un terreno prevalentemente pianeggiante, tra Basovizza e Lipizza. Attualmente è compiutamente percorribile soltanto il tratto italiano (circa metà dell’intero percorso). Il sentiero, uno dei primi in ambito Europeo, è dotato di un elaborato sistema di trasmettitori-ricevitori ad infrarosso che permette di ottenere informazioni vocali sulle caratteristiche storico-ambientali, sulle peculiarità del terreno e sulla direzione del tracciato. Il sistema è stato messo a punto per utenti non soltanto di nazionalità italiana, ma, in un’ottica di apertura e civile convivenza, il testo descrittivo è stato predisposto anche in inglese ed in sloveno. È necessario, ovviamente, fornirsi del ricevitore, che può essere ritirato gratuitamente presso il Centro didattico naturalistico, situato all’entrata del paese di Basovizza, altra eccellenza da visitare per conoscere le bellezze del Carso. Anticamente era una foresta di querce, poi un deserto di pietre. Poi è stato introdotto il pino nero che ha prodotto humus e quindi piante che hanno bisogno di meno luce, orniello l’albero della manna. Per le aree carsiche Ressel propose sei semi di ginepro in cerchio, una volta cresciuto il ginepro, completare con tre semi di specie quercina, ghiande. Così crescendo la quercia sarà riparata dal ginepro. Fece molto di più, disse che piantando boschi radi si permette loro di avere una bella chioma per espandersi. Ressel oggi ha una statua a Lubiana dove è morto, per caso, perché fu lì che contrasse la malattia e morì. A Trieste gli hanno dedicato un vicolo cieco mentre a San Dorligo la via che porta il suo nome ha mutato il Josef in Josip. Ora si vuole porre rimedio a questa situazione e far riconoscere a tutti Trieste come la città dell’elica e la città di Ressel. Non dimenticando che la Wartsila, a Domio,alla periferia di Trieste, ancora oggi produce eliche per grandi navi sulla scia di una tradizione che non è mai venuta meno.

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Rosanna Turcinovich Giuricin (da la Voce del Popolo)

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