Molluschi e Ribolla gialla, festa a Muggia
Conclusa a Muggia, con grande affluenza di pubblico, la terza serata dedicata a Molluschi e Ribolla gialla, a cura del Circolo Istria di Trieste. Si tratta di un percorso nell’ambito del progetto Castelieri e Approdi che sintetizza due momenti fondamentali della vita dell’uomo. Da una parte il grande contributo delle api nell’evoluzione della specie, dall’altra il ruolo del mare, proprio attraverso la raccolta dei molluschi, che rappresentano le due direttrici di sviluppo dell’attività del Circolo a più di trent’anni dalla sua fondazione.
Il tutto rapportato alla specificità del territorio, nella sua biodiversità che inizia dalle Bocche del Timavo arrivando fino alla Liburnia e comprendendo le sue isole che il Circolo ha voluto trasformare nella missione di tanti decenni con la sensibilizzazione della popolazione sull’appartenenza all’area attraverso le diverse dinamiche. Quindi dalla cultura alle produzioni, dagli ecotipi ai linguaggi: il territorio, come l’alimentazione, influisce sullo sviluppo psicofisico dell’individuo legandolo a riti e tradizioni che lo rendono particolare ed individuabile.
Da questa consapevolezza nasce l’impegno del Circolo.
“Ci siamo accorti – dichiara il suo presidente, Livio Dorigo – che il coinvolgimento delle persone su queste tematiche, che sono anche alla base del nostro impegno editoriale, avviene in modo più spontaneo e diretto attraverso la degustazione e la presentazione sintetica di alcuni concetti base. Ecco perché la formula degli incontri intitolati Molluschi e Ribolla gialla ci permettono di operare in modo diverso ma ugualmente efficace, fuori dagli schemi delle semplici conferenze, coinvolgendo oltre alla vista e all’udito anche il tatto e il gusto. Non soltanto, abbiamo ampliato il tutto anche al canto che è un qualcosa di ancestrale. La sensibilità all’arte è un dono che la natura ci ha regalato e che nella conoscenza del territorio si riattiva continuamente”.
Una naturalità che si osserva nei ragazzi in grado di distinguere i vari tipi di miele dopo due sole degustazioni, li individuano ad occhi bendati senza alcun errore.
Prima degli assaggi, il prof. Giuliano Orel, ha presentato il suo libro del ciclo Castellieri e Approdi, dedicato in particolare ai Molluschi. Nutrimento del nostro cervello, per una questione evolutiva, con cottura tradizionale, con presentazioni secondo i nuovi criteri della cucina moderna, in un agrodolce che esalta i sapori e rende il tutto piacevole al palato.
E anche la scelta di Muggia come località-scenario della manifestazione non è casuale: l’attività di ostricoltura era presente nella Baia di Muggia sin dal 1600. Alla fine dell’800 – spiega il prof. Orel – dava da vivere ad una trentina di famiglie. I mitili venivano venduti dagli ambulanti che li vendevano a chili, mentre le ostriche erano destinate ai ristoratori e commercianti e venivano vendute a dozzina.
Nella memoria di genitori e nonni, c’è ancora l’immagine della “musolera”, che vendeva i bivalvi agli angoli delle strade, infilati in un cartoccio “per far merenda”, tenuti in un pentolone d’acqua bollente. Ma quelli erano frutto dell’abbondante pesca di allora. Altra vicenda è quella dell’allevamento.
“La storiografia ufficiale italiana – sottolinea il biologo prof. Orel – vuole che siano state Taranto, Napoli e La Spezia le prime località dove è stata sviluppata una mitilicoltura organizzata. Per le caratteristiche strutturali dell’Adriatico è molto verosimile invece che siano state le popolazioni della costa istriana e dalmata ad iniziare per prime la coltura delle ostriche e soprattutto dei mitili”.
Le prove di questa affermazione?
“Chiaramente il fatto che le più importanti produzioni italiane di molluschi filtratori coem i Caperozzoli, le Vongole veraci, le Cappelonghe, le Cappesnate, i Canestrelli,…. Provengono dall’Alto Adriatico. Anche la produzione di Fasolari proviene esclusivamente da questo sottobacino. Nel 1980, i solo Caperozzoli adriatici costituivano il 10 per cento della produzione ittica italiana”.
C’è una ragione che attesta l’Adriatico come luogo ideale di tale produzione?
“L’Alto Adriatico è un mare verde, ricco di plancton vegetale ed animale, ricco di pascolo perciò per tutti gli organismi che si nutrono di sospensioni. Il Mediterraneo invece è un mare azzurro, dalle acque trasparenti proprio per la loro povertà di sospensioni, incapace perciò di sostenere folte popolazioni di organismi filtratori come quelli di cui si parla. Ecco quindi l’origine delle nostre affermazioni. E’ proprio da una di queste località, il Canale di Leme, che l’allevamento dei mitili ritorna nella Baia di Muggia, come protagonista principale e come tale di estende poi al Golfo di Trieste”.
Dove venne creato il primo nucleo?
“Nel 1929, Canova e Morena, s’incaricarono di questo trasferimento, iniziando un allevamento presso Muggia, in prossimità di un bagno pubblico detto Postogna”.
L’allevamento influisce sulla qualità delle acque?
“Non incide sulle risorse naturali, si tratta di un’acquacoltura sostenibile, capace altresì di rispondere a precisi criteri economici. Sono controllati e sicuri a patto che si consumino freschi, integri, cotti: una vera bontà”.
Nel progetto del Circolo Istria, c’è un particolare attenzione alle ricette…“
(di RTG da la Voce del Popolo)